Proprio tre anni fa nel 2017, Papa Francesco, alle ore 16 tra una folla plaudente varcava il portone di Via Garibaldi 6 del carcere di massima sicurezza di Paliano, accolto solamente dall’ex Parroco Don Luigi Paoletti e dalla direttrice Nadia Cersosimo. Tutte le altre autorità, a partire dal vescovo Prenestino Mons Domenico Sigalini, il Prefetto, il questore di Frosinone e il sindaco rimasero fuori, perché si trattava di una visita privata per celebrare la Messa in Coena Domini.
Fu un giorno di forti emozioni per i cittadini di Paliano e per quanti vennero in strada per vedere solamente il passaggio del santo Padre Francesco che peraltro non si fermò neanche alla Selva di Paliano dove era stata aperta, dal Vescovo prenestino Mons. Domenico Sigalini, la porta Santa verde verso la natura.
Fu una giornata importante in cui il Papa salutò tutte le guardie di servizio presenti nell’istituto di pena palianese e poi accompagnato da Don Luigi si recò nella cappella dell’Arce dove ad attenderlo vi erano i dodici detenuti ai quali fece la lavanda dei piedi e tra loro anche un musulmano.
Una visita nata da un suo conoscente argentino racchiuso a Paliano che avrebbe scritto più volte al Santo Padre. Cosi, quando il lunedì Santo si sparse la voce che Papa Francesco sarebbe venuto a Paliano in città scattarono tutte le misure di sicurezza e furono sigillati i tombini da Polizia e carabinieri in massa, protezione civile, croce rossa che furono tutti mobilitati al fine di accogliere nel migliore dei modi il Santo Padre
Sulla Porta Romana il Santo Padre fu accolto con uno striscione di benvenuto, poi l’ingresso al Carcere e nella chiesa accolto da Don Luigi Paoletti. Qui durante l’omelia parlò dell’amore: “amare fino alla fine non è facile, perché tutti noi siamo peccatori, tutti abbiamo i limiti, i difetti… Tutti sappiamo amare, ma non siamo come Dio che ama senza guardare le conseguenze fino alla fine e da l’esempio: Per far vedere questo. Lui che era “il Capo” che era Dio lava i piedi ai suoi discepoli. Quello di lavare i piedi era un’abitudine che si faceva, all’epoca prima dei pranzi e delle cene , perché non c’era l’asfalto e la gente camminava nella polvere. Ecc..” Nel corso del Rito, il Santo Padre ha lavato i piedi a 12 detenuti fra i quali c’erano tre donne e un musulmano che poi fu battezzato a Giugno, un argentino, un albanese e il resto italiani. Due sono stati condannati all’ergastolo, alcuni hanno finito la pena nel 2019 e altri la finiranno nel 2073.
Dopo la santa messa nella sala dell’Unità d’Italia ricevette da parte della direttrice Nadia Cersosimo dei doni che erano stati preparati dagli agenti di polizia penitenziaria, dalla direzione e quindi.
Commosso il nostro parroco don Luigi Paoletti, che aveva il doppio incarico di Parroco a San Giuseppe Artigiano alle Mole di Paliano e custode spirituale del Carcere: il Santo Padre gli disse prima di iniziare la Santa Messa: “celebrerò la Santa Messa per te”, perché aveva saputo che proprio quel giorno del 13 aprile compiva i 48 anni di sacerdozio.
Giancarlo Flavi
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