Serrone, a 25 anni dalla morte torna in mostra Gian Carlo Antonini con i quadri di privati

Gli amici dell’artista  “Anaifo bit”,  al secolo Gian Carlo Antonini che 25 anni fa  (nato a Serrone il 6 luglio 47 e morto a Roma il 23 gennaio 1996), lo hanno voluto ricordare con una bella mostra di pittura, dopo aver invitato la popolazione di Serrone a consegnare i quadri in loro possesso. Iniziativa che ha riscosso un notevole successo di pubblico. La mostra, infatti, ha destato molta curiosità e tantissime sono state le persone che nei due giorni l’hanno visitata perché chiaro è stato il messaggio che ha lasciato Anaifo nelle sue cartoline che gli amici hanno realizzato proprio su alcuni quadri: “La cosa importante che devo fare è solo dipingere, ed è per me un bisogno ormai incomprensibile”.

Una mostra di pittura che ha messo in evidenza tutta l’arte prodotta dalla fantasia di Gian Carlo Antonini che ha saputo anzitutto raccontare il proprio paese,  gli aspetti di allora, pitturando tutti gli angoli, anche nascosti, che lui ha bene evidenziato nei suoi quadri in cui si è vista anche la sua fantasia pittorica con quelle grandi immagini che ha voluto rappresentare.

I quadri esposti rappresentano il suo carattere anche se verso la fine ovviamente sono migliorati, perché frequentava gli artisti di Via Margutta ed in special modo ha frequentato anche il grande Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Testa. In questi ultimi quadri si vede il miglioramento sia nell’espressione che nell’abbinamento dei colori.  Gian Carlo Antonini per altro è stato anche il pittore che ha permesso al Premio Internazionale Professionalità “Rocca D’Oro” nel 1994 di portare il primo annullo speciale postale, perché ha realizzato la cartolina che è stata stampata in cinquecento copie e cento di queste sono state annullate con il timbro speciale, il cui prezzo è salito alle stelle.

Comunque sia sono stati per il paese due giorni di cultura, perché gli organizzatori: il maestro Luigino Luciani, l’arredatore Tony Minori e Giulio Tirinelli, ma soprattutto il figlio, hanno dato un forte momento di lucidità al paese perché hanno coinvolto anche i bambini che non hanno conosciuto il pittore e l’intero paese. Gian Carlo ha dato molto al suo paese ed è giusto che gli venga restituito il bene che ha fatto.

 (G.F.)

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