L’arte della dimenticanza (di G.M. Sacco)

Ci aveva messo un poco Erice ad impararlo.

C’erano voluti anni e anni di torcicollo a forza di star così con lo sguardo rivolta all’indietro tanto che quando camminava per strada, anche se la testa era perfettamente ruotata davanti, inciampava spesso, ed ogni volta diceva che era distratta: “scusate eh, è un mio difetto, eredità paterna”.

Si faceva rossa in viso e scavalcava veloce, con le gambe leggere, il giudizio di passanti, amici e conoscenti.

Ma non era distrazione,

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Fonte: Alessio Porcu