«Chi ha un’attività commerciale, sa che stiamo vivendo uno dei momenti più difficili degli ultimi anni, chi non ce l’ha è bene, soprattutto se si occupa di amministrare un paese, che lo sappia! Le attività commerciale escono da mesi di buio e inattività, un buco insanabile e che rischia di risucchiare i piccoli imprenditori quanto i grandi. Fatichiamo anche a restare in piedi e ad alzare la serranda».
Così dei commercianti di Artena che ci raccontano la loro indignazione scaturita dalla mancanza di eventi culturali e di spettacoli per l’estate. Effettivamente Artena è l’unico comune del comprensorio tra i Monti Lepini e i Castelli romani a non aver organizzato eventi estivi (a parte tre serate, di cui una annullata per maltempo, in onore della Santa Patrona Maria Maddalena in piazza Ginepro Cocchi).
«Ogni evento, è speranza, perché porta turismo, gente, flusso e si spera di recuperare qualcosa così da poter far fronte ai pagamenti, agli stipendi, alle tasse. Siamo feriti e arrabbiati, perché nessuno presta attenzione alle tantissime attività, dei viali, delle piazze, ma non solo, che hanno spesso il compito di sopperire a un comune in difficoltà (abbellire, illuminare e pulire per il Natale, a esempio, a spese nostre). Questo è solo un dare senza avere mai nulla in cambio. Chi deve tutelare questa categoria se non gli amministratori della città in cui questi imprenditori investono? Perché toglierci la possibilità di veder passeggiare le tante persone che dovrebbero riversarsi sul nostro territorio?». Chiedono gli stessi esercenti artenesi, che aggiungono.
«Queste disattenzioni sono ormai troppe e sono dannosissime, ma soprattutto sembrano non interessare minimamente chi ci amministra che continua a ignorare le nostre esigenze. Noi paghiamo gli stipendi a ragazzi di questo territorio, noi rendiamo il centro con i suoi viali, le piazze e le vie limitrofe, il fiore all’occhiello di questo paese: noi, e nessun altro. Rimaniamo in attesa di una pubblica risposta e ribadiamo la nostra propensione a fare sempre il meglio per le nostre attività, per i nostri clienti, per la nostra città che è nostra, quanto vostra!», concludono così i commercianti.
Articolo a cura di MANUEL MANCINI
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