Così come annunciato nei giorni scorsi Loris Talone, vicesindaco del Comune di Artena, si è recato in Regione Lazio per ribadire il “NO” alla realizzazione all’impianto Biometano. Di ritorno, in serata, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni alla stampa. Alle affermazioni di Talone sono seguite quelle della Scacchi, la Consigliera comunale che da qualche giorno dalla maggioranza è passata all’opposizione.
“NO” in Regione alla Biometano, Talone
«Dalla responsabile regionale, ing. Flaminia Tosini non c’era delibera di Consiglio comunale del 2015, non c’erano atti dei comitati né la raccolta firme. Le abbiamo portato la delibera di contrarietà del Consiglio e detto che non si può prescindere dalla volontà popolare: si faranno le barricate ma l’impianto Biometano non si realizzerà. Fino a oggi in Regione non c’era niente se non il parere del 14 di ottobre. Questa mattina abbiamo consegnato la delibera di Consiglio che la Tosini ignorava e ho riferito che il parere del 14 ottobre, già revocato dall’ufficio, è stato un errore perché il tecnico, che si era da poco insediato, non conosceva i precedenti. Stamattina ho rifatto la storia delle battaglie contro la Biometano dal 5 agosto 2015 a seguire e la Tosini è stata ad ascoltarci con mola disponibilità e aperture positive.
Lei ci ha confermato che con o senza quel parere tecnico comunale non sarebbe comunque cambiato nulla perché a oggi non ci sono azioni contrarie alla Biometano. Ho dunque ribadito che c’era una delibera del Consiglio comunale del 31 agosto 2015 e le stiamo portanto tutti gli atti conseguenziali a quell’indirizzo politico, così da chiarire che la maggioranza è stata contraria fin dal primo giorno alla realizzazione dell’impianto. Abbiamo ricordato che il Consiglio ha deliberato all’unanimità la contrarietà a quell’impinato in località Magnarozza e la contrarietà a ospitare impianti che trattino rifiuti sul territorio comunale di Artena, che è a prevalenza di attività agro-pastorali e di eccellenze del settore. Alla Tosini ho detto che deve fare riferimento all’indirizzo politico espresso dal Comune e, in riferimento a ciò, tutti gli atti tecnici propedeutici di rilascio dell’autorizzazione non possono prescindere dalla volontà popolare».
Biometano, Gloria Scacchi racconta la sua versione dei fatti
«A seguito dell’operazione che ha visto coinvolti il sindaco Felicetto Angelini e l’assessore Domenico Pecorari, seduti in tavolo di maggioranza ho chiesto a tutti gli amministratori massima trasparenza mentre si attendeva il corso della magistratura, chiedendo un report ogni dieci giorni agli assessori per l’operato. Non è venuta a mancare la comunicazione, questo non lo nego, e Talone stava prendendo in mano la situazione in maniera nobile. Il caso Biometano credevo fosse chiuso già da un pezzo, con un’attenzione minima della documentazione che doveva pervenire in Regione: oggi leggo che non esisteva nessuna documentazione se non il parere favorevole.
Facendo un passo indietro. Il 16 febbraio mi presento all’ufficio urbanistica, non sola, c’era Angelini Saucelli e Scaccia, quel documento attestava parere favorevole a un no unanime di 2 anni prima, ma perché favorevole? Perché nel frattempo non è stato fatto nulla affinché ciò potesse avvertire il contrario? C’era già una direttiva del 2017, per cui dopo il no all’impianto andava messa una clausola, anche la più stupida. Per esempio nel 2017 viene scritto dalla relazione presentata in Regione: l’impianto si realizzerà oltre 300 m dalla prima abitazione; un no convinto al Biometano poteva e doveva come clausola 600 metri dalle abitazioni più vicine per mettere una fine a questo progetto.
A seguito del no al Biometano doveva e poteva essere fatta una variante al PRG, che dura anni come sappiamo, ma in attesa di risposta non avrebbe permesso il parere positivo dell’ufficio competente. Nel 2019 potevamo sbarazzarci per sempre del pensiero Biometano in quanto il depuratore non presentava le normative ed era oggetto di non specifici elementi in sede di autorizzazione del 2017. Il 12 maggio 2020 viene dissequestrato il depuratore, con richiesta di ampliamento. A seguito il 4 dicembre 2020 viene fatta delibera di Giunta in cui si evincono fattori essenziali che caratterizzano la relazione del 2017.
La Scacchi aveva chiesto le dimissioni dell’assessore Carlo Scaccia
Continuo a chiedermi come fa un assessore proponente a non accorgersi di tutta questa documentazione. A seguito allo studio delle carte sul tema in questione, che continuerò ad approfondire per arrivare alla soluzione fattibile e non barricate e piazzate, ma seguendo la legge finché il Biometano sia una pagina dimenticata.
Giovedì mattina mi decido a salutare da amministratrice tutti i dipendenti comunali, la sera in riunione di maggioranza ho chiesto le dimissioni dell’assessore competente che doveva dare al sostituto attuale del sindaco da buon padre di famiglia. Sbagliato o disattento un assessore non può non capire cosa sta accadendo per una questione così importante. Scaccia non aveva capito cosa stesse accadendo? Scaccia non sapeva come procedere dopo il no unanime del Consiglio comunale? Non abbiamo bisogno di persone che non sanno e a cui scappano dall’attenzione tematiche così importanti. Ho dato tempo venerdì e mi aspettavo che Talone togliesse la delega e l’accesso all’assessore nell’ufficio urbanistica, predisponendo subito non un altro assessore ma tre consiglieri che potessero prendere il suo posto (non retribuiti) in attesa di capire come poter rimediare all’ennesima disattenzione di questa amministrazione.
Ho sempre supportato e sopportato questa maggioranza in ogni decisione, ma davanti ad atti così importanti non tenuti in considerazione io ho deciso di prendere le distanze. Continuare a giustificare o cercare soluzioni per gli sbagli o disattenzioni di chi ogni mese prende lo stipendio da noi cittadini non sarebbe stato corretto nei confronti degli artenesi e nei confronti dei miei valori politici, oggi ancora più forti. Amministrare Artena è un dovere che spetta a pochi, ma Artena è di tutti».
Articolo a cura di MARCO SARACINI
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