La storia chestiamo per raccontare riguarda la situazione legata al campo sportivo “Armando Picchi” situato nella contrada delle Macere ad Artena.
Il campo sportivo è stato da sempre l’unico luogo pubblico esistente nella contrada delle Macere ed è stato da sempre l’unico luogo pubblico che ci ha permesso di vivere la nostra comunità con iniziative sociali, sportive, religiose e culturali. Ci riferiamo alle diverse società di calcio che negli anni hanno utilizzato la struttura rendendola omologata fino al campionato di Eccelenza, alle feste per il Patrono della contrada e ci riferiamo alle attività di preparazione al Palio delle contrade che fino allo scorso anno si sono svolte al campo sportivo. Proprio tutte queste attività hanno evitato che la struttura fosse lasciata in stato di abbandono e degrado. Proprio tutte queste attività hanno permesso che il campo si mantenesse utilizzato ed utilizzabile nella sua bellezza, nella sua semplicità ma soprattutto restasse nella disponibilità della sua comunità.
Durante gli anni tutte queste attività sono state svolte spesso, dai diversi comitati associazioni o gruppi. Negli stessi periodi, sempre nella massima collaborazione e aiuto reciproco e sempre nel rispetto verso il luogo utilizzato provvedendo ad apportare se possibile migliorie. Nel rispetto delle regole e soprattutto provvedendo alla sistemazione del campo una volta terminata una particolare attività.
Il campo sportivo delle Macere è stato costruito dai “Maceraroli”
Questo è quello che ha rappresentato e rappresenta il campo sportivo per noi “Maceraroli”.Termine purtroppo oggi usato a mo’ di sberleffo per identificarci ma che per noi significa semplicemente senso di appartenenza alle tradizioni e ai luoghi che viviamo quotidianamente. “Maceraroli” sono le persone delle Macere che hanno visto costruire il campo sportivo dai proprigenitori“zolla per zolla” o come ci tengono a raccontareloro stessi ”togliendo in ginocchio sasso dopo sasso”. Con tanta buona volontà e con l’aiuto delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo per dare ai ragazzi della nostra comunità un luogo sicuro lontano dalla strada e dai pericoli della strada.
Qualche anno fa abbiamo avuto il piacere di accogliere una nuova associazione che si affacciava per la prima volta ad Artena. Quella del rugby alla quale abbiamo dato volentieri il benvenuto nonché le chiavi della struttura con la massima disponibilità come era ed è nostra abitudine fare nei confronti di una nuova realtà che si presenta nella nostra comunità. Ci siamo posti verso questa nuova realtà con la massima fiducia e positività nonostante fossimo stati consigliati del contrario ovvero rispetto al fatto che nei precedenti territori dove questo gruppo ha operato. Territori, per inciso nei quali la tradizione del rugby è molto radicata sviluppata e sentita, questo gruppo non si sia integrato e sviluppato ma fosse stato allontanato. Precisiamo che a tali pettegolezzi non abbiamo voluto credere né ieri né oggi.
Il rugby al campo delle Macere di Artena: i primi problemi
Dal giorno in cui gli amici del rugby sono entrati al campo sono iniziati i primi problemi e le prime frizioni.
All’inizio credevamo che tali situazioni rientrassero in un fisiologico assestamento di condivisione di uno spazio comune. E come era accaduto in altre situazioni credevamo di risolvere tutto con un confronto diretto e pacifico anche perché i motivi del contendere erano a nostro giudizio risolvibili con poco se alla base ci fosse stata la volontà di farlo. Facciamo giusto qualche esempio. Suggerivamo agli amici del rugby di annaffiare il campo sportivo con minore frequenza o in orari diversi dal tardo pomeriggio poiché in quegli orari nella nostra contrada manca spesso l’acqua nelle abitazioni. Richiesta rimasta inascoltata purtroppo. Oppure ci veniva chiesto di provare questo piuttosto che quel gioco in zone periferiche al campo, richieste puntualmente messe in pratica. Facciamo presente che per quanto riguarda le prove del Palio delle contrade effettuate al campo sia per quanto riguarda quelle svolte con che senza animali abbiamo sempre provveduto a ripulire e sistemare gli spazi utilizzati. Ovviamente la sistemazione avveniva a prove terminate.
Con il passare dei mesi le richieste da parte degli amici del rugby rispetto alle attività che a loro giudizio non potevamo fare al campo aumentavano sempre di più fino a riguardare il cento per cento delle attività da noi svolte. Le motivazioni erano le più disparate dall’allergia ai somari e ai cavalli al fatto di non poter poggiare a terra una piccola balla di fieno perché altrimenti questo avrebbe provocato un alone bianco sul prato. Oppure al fatto che girando la corda, nella zona utilizzata il prato risultasse strappato oppure hanno iniziato a sindacare sul tipo di scarpe utilizzate per camminare sul campo poiché se con il tacco questo potrebbe danneggiare il manto erboso.
Il rugby è l’atteggiamento pretestuoso e premeditato
Quando poi abbiamo iniziato a manifestare insofferenza rispetto a questo atteggiamento del tutto contrario nei fatti alla convivenza che invece veniva sbandierata con le parole, atteggiamento che oggi riteniamo come pretestuoso e premeditato, sono iniziate le accuse di atti di vandalismo verso le loro strutture, definendo incivilii nostri ragazzi accusati di esserne gli artefici. Nonostante tutto questo avesse creato e crea tutt’oggi dei grossi problemi alle nostre attività abbiamo comunque tentato una mediazione appurando poi che questi atti di vandalismo riguardavano la rottura di una sedia di plastica. E informavamo i nostri accusatori del fatto fatto che se permettevamo ai ragazzi della nostra contrada di entrare dal campo anche solo per chiacchierare o passare un pomeriggio d’estate era solo perché l’alternativa era la strada.
Di pari passo a questa situazione, al campo, sono iniziate delle opere di ampliamento riguardanti pavimentazione in cemento, posizionamento di cucina container, rimozione della recinzione delimitanteil campo da gioco, demolizione di strutture esistenti per la realizzazione di strutture a pergola etc. Tutti lavori per i quali gli amici del rugby si sono dichiarati in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie. Autorizzazioni per le quali ad oggi nonostante infinite richieste fatte in tutte le forme e a tutti i livelli possibili non abbiamo avuto nessuna testimonianza scritta.
Arriviamo quindi a settembre 2019 ovvero quando abbiamo riconsegnato le chiavi del campo sportivo dopo averlo ripulito e sistemato in condizioni migliori di come lo abbiamo trovato, avendo anche la gentilezza di far tagliare l’erba a tutta l’area il 31 di agosto. Dopo quel giorno ci accorgiamo che le chiavi in nostro possesso non erano più in grado di aprire il cancello di accesso poiché il lucchetto del cancello in questione era stato cambiato.
Da quel giorno in poi non abbiamo più avuto modo di accedere alla struttura per fare una manutenzione ordinaria alle nostre attrezzature. Abbiamo fatto presente tutto questo agli amici del rugby i quali ci hanno dato puntualmente numerosi appuntamenti per la consegna delle chiavi tutti poi puntualmente disattesi per le più disparate motivazioni fino a che siamo stati costretti a spostare tutta l’attrezzatura per poterla gestire.
Al campo delle Macere sono state cambiate le serrature
Abbiamo segnalato tutto questo disagio alla nostra amministrazione ma purtroppo ad oggi questo nostro malessere non è stato preso in considerazione. Di fatto è passata la versione per la quale gli amici del rugby sono le pecore indifese e noi i lupi cattivi. Peccato però che la realtà racconta tutt’altro ovvero oggi al campo non è più possibile giocare a calcio, la struttura a seguito dei lavori eseguiti ha perso l’idoneità ad ospitare partite ufficiali, al campo sportivo Armando Picchi oggi l’unica attività possibile è quella praticata dalla società che ne è diventata proprietaria a tutti gli effetti e che per evitare ingressi indesiderati non solo ha cambiato il lucchetto ma tutto il cancello con il risultato che i nostri ragazzi che prima parcheggiavano le biciclette fuori dal campo ed entravano attraverso le sbarre ormai allentate dal tempo per trascorrere del tempo in un luogo sicuro oggi non possono più farlo.
Riteniamo molto offensivo e profondamente scorretto allontanare un’associazione come la nostra dal campo in questo modo, un’associazione che da 20 anni si impegna sul territorio non solo con il Palio e che tiene ai suoi luoghi pubblici sicuramente più di chi non ci vive. Utilizziamo il campo sportivo della nostra contrada da più di 20 anni e se durante l’utilizzo abbiamo fatto qualche modifica o buca su un campo di terra, abbiamo sempre provveduto a sistemare tutto ed abbiamo sempre riconsegnato il campo in condizioni migliori di come lo abbiamo trovato.
Riteniamo profondamente scorretto disturbare continuamente lo svolgimento delle attività dell’associazione come è stato puntualmente fatto negli anni con sistematiche offese di scarso senso civico, nonché di atti vandalici nei confronti delle strutture dell’impianto sportivo. Sarebbe stato un atteggiamento corretto e leale a nostro parere aspettare la riconsegna del campo per poi eventualmente fare tutte le verifiche del caso ed eventualmente fare le dovute denunce e accuse, se necessarie.
La contrada Macere è composta da persone rispettabili e per bene
Visto il clima che si è creato attorno alla gestione della struttura puntualizziamo che la contrada Macere è composta da persone rispettabili e per bene, persone che hanno cura dei pochi luoghi pubblici del proprio territorio, persone che vivono con partecipazione, senso civico e passione tali luoghi.
Se infine per l’area del campo sportivo l’amministrazione attuale avesse deciso di sposare progetti sul campo che prevedono l’affidamento in modo esclusivo dell’area ad una associazione terza e non del territorio. Progetti che mirano a realizzare ad esempio attività di ristoro e di sport, togliendo di conseguenza questi luoghi dalla disponibilità della comunità che li vive da decenni dovrebbe semplicemente esporre tali progetti con il coraggio, la trasparenza e le motivazioni necessarie, senza trovare scuse o lasciare che venga buttato fango sui residenti o altre associazioni per motivare tali scelte.
Per quanto ci riguarda chiediamo semplicemente giustizia ovvero che il campo sportivo Armando Picchi torni nella disponibilità di tutta la sua comunità, chiediamo che tutte le modifiche svolte che rendono non possibile l’utilizzo della struttura per altre attività vengano rimosse, chiediamo che tutte le opere fatte se senza le regolari autorizzazioni e permessi vengano rimosse chiediamo infine che vengano ripristinate le strutture, come ad esempio la recinzione di separazione del campo da gioco dal resto della struttura, che erano indispensabili per lo svolgimento di altre attività.
Chiudiamo con un sorriso ed un auspicio ovvero quello di poter assistere in questa vita terrena dopo quasi ormai 10 anni di lunga attesa alla prima partita ufficiale di campionato di rugby dell’Artena Rugby Red Blue asd, dal momento che ad oggi al campo sportivo abbiamo visto fare di tutto tranne quello che è stato il motivo principale con il quale gli amici del rugby si sono presentati.
Articolo a cura della Associazione culturale Contrada Macere
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