Luca Manfredi, il regista, con il piglio del suo mestiere racconta il padre Nino, grande attore comico italiano e incanta la platea che applaude più volte i passaggi dei ricordi da bambino e soprattutto da grande, quando andò a suonare a casa sua in vestaglia e gli disse: “che sta a fa?”. “ rispose Luca “Sto scrivendo la parte di un film per Lino Banfi, che dovrebbe fare un frate”. Bravo, poi Nino dopo un po’ gli disse: “C’è una parte anche per me”. “Si certamente”. Cosa che l’ha reso ancora più tenero. Così tra un’emozione e l’altra Luca ha raccontato il suo libro “ Un Friccico ner core”edito da Rai Com SpA –Rai Libri, composto da 204 pagine, facile da leggere e davvero molto brillante.
Chi meglio della libraia romana Alessandra Laterza, che ha letto oltre 14.000 libri, poteva raccontare questo volume arrivato nelle edicole per i 100 anni di Nino Manfredi. Il rapporto da figlio in famiglia non c’è mai stato, perché il papà era sempre impegnato con il lavoro, soprattutto con il “Rugantino” che ha portato in tutto il mondo e questo lo ha tenuto lontano dai rapporti familiari.
Un genitore molto attaccato alle sue radici ciociare e per dirlo come ha scritto Luca della prefazione. “Era un po’ come il pane casareccio della sua terra ciociara, compatto e saporito fuori, ma con tanti “buchi” nascosti al suo interno” per farne: “Un impasto complicato di ingredienti umani, che hanno plasmato l’artista, il marito, il padre e il nonno”. Per sintetizzare il pensiero che Luca ha avuto di suo padre Nino, nel raccontarlo nel suo libro.
Insomma, un libro fatto non solo di battute teatrali del padre Nino, ma anche di tradizione di questo fantastico attore perché: “Manfredi recitava con gli occhi, dove gli altri si aiutavano con viso o le parole” ha scritto nella postfazione dell’ultima di copertina Nino Frassica. Mentre il grande Dino Risi lo ha definito: “un professore della scienza della risata”.
Quando acquistò una casa a Roma la preoccupazione di Nino Manfredi, che pure aveva chiamato un architetto di grido per il restauro, era quella di avere un albero di nespolo in casa. Un operaio che stava eseguendo i lavori gli disse: “io una pianta brutta se la volete ve la regalo” il giorno dopo la portò e Nino da quel giorno la ha innaffiata tutti i giorni finche ne ha mangiato i frutti. Come volle che si realizzasse un pollaio nel giardino interno della nuova abitazione, perché voleva le galline in casa. Questo ad indicare la semplicità del grande Nino nazionale che pochissimi conoscevano, ma pieno di grandissima umanità.
Solamente una donna come Erminia Ferrari, la donna portata all’altare, è potuta stare vicina a lui per oltre 50 anni. Tanto per raccontare di questo libro che ha saputo cogliere, oserei dire, tutti gli aspetti non solo teatrali, ma soprattutto la semplicità negli aspetti umani legati alle radici contadine dei genitori di un grandissimo attore italiano se non mondiale che ha lasciato davvero tanti insegnamenti.
La bella serata culturale, presentata dal giornalista Giancarlo Flavi, che ha ricordato la venuta del grande Nino a Serrone nel lontano 1966 per il Premio “Rocca D’oro”, ricordandone aneddoti e battute. Ad alimentare la discussione della serata la libraia romana di periferia, Alessandra Laterza, che ha stuzzicato il figlio con domande ficcanti, proprio sul libro che lei aveva letto più volte.
Simpatica la performance della firma dei libri per quelle, veramente troppo poche persone, che lo hanno acquistato perché il libro per noi rappresenta veramente una pagina di storia della filmografia italiana. In chiusura Luca, ha voluto vedere anche il centro Storico di Fiuggi restando estasiato per il Grand Hotel, la scuola Alberghiera e soprattutto del Teatro Comunale in restaurazione e nelle foto esposte ha riconosciuto il grande Petrolini.
La serata è stata anticipata dall’aperitivo offerto da Casale del Giglio, un vino super del Lazio, offerto anche durante il proseguimento della serata con la musica del “Cantagiro” che ha chiuso la giornata di “Fiuggi Expo Universo Arte e.. non solo” che ha ospitato la presentazione del libro.
Katia Piacentini
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