È il 31 luglio quando Alessandro Galli pubblica su Facebook un post che non passa inosservato su via Fontana Marchetta a Labico. Si tratta di un post colmo di rancore e accuse rivolte all’attuale amministrazione comunale. Oggetto dell’accusa è presto detto: l’improvvisa modifica alla circolazione veicolare di Via Fontana Marchetta. Qui è stata costruita una strada di cemento funzionale al raggiungimento dell’impianto di calcestruzzo, che, nel frattempo, è stato riattivato. Tale strada, specifica Galli in un commento al post, è stata inoltre “realizzata in un’area soggetta a vincolo idrogeologico”.
Il vincolo idrogeologico è quello che riguarda le aree da tutelare per motivi di difesa del suolo. Difendere i suoli dai dissesti è di fondamentale importanza soprattutto nelle aree collinari e montane. È bene specificare che di per sé, il Vincolo Idrogeologico non preclude la possibilità di intervenire sul territorio. Occorre però fornire la documentazione che si chiede di allegare alle istanze, da una parte per avere una descrizione puntuale dell’intervento, dall’altra per avere parametri di valutazione precisi circa i cambiamenti che le modifiche comportano. L’intervento potrebbe infatti determinare future trasformazioni, anche importanti. Tutto deve essere volto ad integrare l’opera nel territorio. Territorio che deve restare fruibile anche dopo l’intervento dell’uomo.
Labico, Via Fontana Marchetta, le perplessità di Galli
“Di che natura è questa strada? Pubblica, privata? Ne esiste una Variante Urbanistica autorizzata? È stata perfezionata una Delibera di giunta?” Queste sono le perplessità che Galli solleva nel post. A venire denunciata, in uno dei post successivi, è anche una colata di cemento sulla strada. Galli ricorda sarcasticamente come lo slogan elettorale dell’attuale amministrazione fosse “basta cemento”.
“È possibile conciliare e tollerare il passaggio frequente di bilici ed autobotti con le esigenze del Parco di Vallefredda? E, inoltre, può quel tipo di viabilità sopportare il passaggio di mezzi così pesanti ed ingombranti?” Galli nota come, in questo modo, venga compromesso il doppio senso di marcia: non c’è spazio a sufficienza. Sono queste le domande che hanno portato alla stesura di una “Interrogazione Consiliare a risposta scritta a carattere d’urgenza”, rivolta al Sindaco Giovannoli e alla Vicesindaco Bileci.
Aggiunge Galli: “Noi come Gruppo Consiliare contestiamo il perché di questa scelta infrastrutturale, quando dal Piano Particolareggiato della Zona Industriale D2 già esisteva una viabilità definita e adiacente la SR Casilina. Non contestiamo la riattivazione dell’impianto di Calcestruzzo dopo cinque anni, perché, di fatto, quello è consentito, ricadendo in zona industriale”.
Articolo a cura di ESMERALDA MORETTI
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