Si è svolta con grandissimo successo di partecipazione a Colle Spina nel comune di Labico la manifestazione New Harlem a base di basket, musica, cibo e voglia di divertirsi. Orgogliosi gli amministratori comunali e gli organizzatori del Forum dei Giovani per “l’esperimento davvero ben riuscito, nei contenuti, nella gestione, nella partecipazione”. L’assessora Giulia Lorenzon ha ritenuto importante inviare un messaggio agli organizzatori/organizzatrici per fargli capire quanto sia incisivo il loro lavoro quotidiano, quanto sia stata importante la scelta di Colle Spina. “Come prima cosa devo chiedervi scusa per la mia assenza ma ho imparato, nell’ultimo anno, che arrivano alcuni momenti in cui seguire le ragioni del cuore non è solo un dovere ma un bisogno necessario”.
“Sono estremamente orgogliosa di ognuno e ognuna di voi, per l’impegno che avete messo in questo progetto, per non esservi mai arresi nonostante i molti ostacoli incontrati. Sono soprattutto orgogliosa di voi per aver saputo, nuovamente, sognare in grande: questo evento, il suo concetto, sono strepitosi. Allo stesso modo sono strepitose tutte le iniziative fatte ed in programma per il paese, proprio perché non nascono a caso ma nascono da desideri e riflessioni, dal pensiero: da Aura, all’Aula Studio “Giulio Regeni”, al supporto per l’inserimento scolastico di bambini e ragazzi ucraini, alla compagnia teatrale Fritto Misto”.
“Sono poi onorata che in un Paese escludente per i giovani, come l’Italia, proprio Labico sia riuscita a diventare un tale laboratorio, un territorio inclusivo ed aggregante anche per ragazze e ragazzi dei comuni limitrofi – ha aggiunto la delegata alle Politiche giovanili e di genere, ai Servizi Sociali e alla Pubblica istruzione – E sono contenta che abbiate scelto, per questo vostro sogno chiamato New Harlem, ColleSpina: un quartiere vittima di politiche urbanistiche altrettanto escludenti. Un’altra catena che dobbiamo spezzare, almeno provarci. Iniziando proprio ad essere più presenti, come ci state insegnando voi. Si può fare, si deve fare e voi fate bene ogni cosa. Lo avete dimostrato. Per questo ho totale fiducia, per questo non ho bisogno di controllarvi o di stringervi con mille lacci. Per questo sento la libertà di lasciarvi fare, perché anche dai piccoli errori, anzi proprio da quelli, se fatti in autonomia, si può crescere e diventare grandi sul serio”.
“A chi stenta ancora a vedervi, a capire il perché di questo spazio, di questo investimento vorrei riuscire a far capire la grande frattura generazionale a cui ci troviamo davanti e che spesso rende difficile il dialogo tra due mondi distanti e diversissimi. Una frattura dovuta all’emergenza economica, lavorativa, all’ emergenza sanitaria, all’emergenza umanitaria, all’ emergenza climatica (che tutte le racchiude e di cui tutte è la madre) – ha aggiunto l’assessora Lorenzon – Emergenza, che brutta parola verrebbe da dire se non fosse ben più tragico il fatto che saranno e sono proprio le vostre generazioni a pagarne drammaticamente lo scotto. La mia generazione è invece una generazione di mezzo, la prima forse con gli strumenti per capire fino in fondo tutta questa grande fregatura. La prima senza illusioni. La prima che sente il dovere tuttavia di starvi vicino in modo concreto”.
“Probabilmente, perché abbiamo capito sulla nostra pelle quanto possano essere vuoti e fuorvianti gli slogan sui giovani o sul progressismo e, con caparbietà, quasi forse per dispetto per tutte le volte che ci siamo cascati, abbiamo invece deciso di provare a riempirle – ha concluso l’assessora – E allora fateci un favore, non a me ma a tutto il paese, a chi verrà dopo, a chi è appena entrato nell’età adulta magari senza rimpianti e aspettative, ma certamente, con un po’ di amarezza: continuate a brillare. Questa piccola scintilla che si è accesa a Labico alimentiamola. Continuate a essere da esempio per gli altri paese. Fate in modo che si accendano tanti piccoli fuochi liberi, indipendenti, capaci, sognatori e plasmate le nostre comunità. Perché sono e devono essere soprattutto le vostre”.
Articolo a cura di MANUEL MANCINI
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