Piglio, il bollino nero è un obbrobrio per l’eccellenza del vino e in particolare. Il vecchio detto del borgo smentisce l’Europa: chi beve Cesanese campa 100 anni e un mese

L’associazione per la Gestione della Strada del Vino Cesanese, che comprende il territorio dei Comuni di Piglio, Serrone, Affile,  Anagni, Acuto e Paliano, si unisce alla richiesta, espressa ai  rappresentanti italiani in Europa dai firmatari del Patto di Spello,  Città del Vino, Unione Italiana Vini, Movimento Turismo del Vino, Città dell’Olio, Federazione italiana Strade del Vino e Movimento Turismo dell’Olio, di farsi promotori delle istanze dei territori.

A finire sotto la lente l’ultima  novità del sistema Nutri-score che propone di  apporre un bollino nero al vino, penalizzando un settore che è espressione stessa della cultura del territorio. Il consumatore deve essere informato correttamente con etichette chiare – ha detto Antonio Borgia, presidente della Strada del Vino Cesanese –  il bollino invece è fuorviante e non tiene conto di alcuna distinzione tra vino e super alcoolici, tra consumo moderato e abuso e rischia di condizionare le scelte alimentari.

Invito i parlamentari italiani in Europa a leggere le statistiche sulla longevità degli abitanti del borgo di Piglio, ha continuato Borgia, menzionando il vecchio detto contadino “chi beve Cesanese campa 100 anni e un mese”. Ma al di là della longevità quello che preoccupa è assistere ad un sistematico attacco nei confronti di un settore come quello enologico, messo in discussione insieme all’intero sistema agroalimentare italiano, al nostro Made in Italy, che certifica invece eccellenza della qualità e salvaguardia della tradizione.

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