Santo Stefano in musica a Capranica Prenestina. Grande concerto presso la Chiesa della Maddalena

Tornano a grande richiesta i concerti nella Chiesa della Maddalena. Nella suggestiva cornice del Tempio, considerato uno dei gioielli architettonici dei Monti Prenestini il 26 dicembre 2019 ore 18.00, giorno di Santo Stefano, è atteso il concerto del Maestro Andrea Panfili, uno dei più importanti organisti ed esperti di musica classica a Roma.

L’evento, voluto fortemente dal parroco della parrocchia Don Davide, vedrà l’esecuzione di musiche di Johan Sebastian Bach, Antonio Sacchini, Filippo Grazioli, Salvatore Meluzzi e Padre Davide Da Bergamo.
“L’esecuzione vede l’originale accostamento di musiche di J.S. Bach, il massimo esponente della scuola organistica tedesca del Settecento, a brani inediti di autori italiani del XVIII e XIX secolo, i cui manoscritti sono stati rintracciati presso l’archivio musicale della basilica Lateranense e la biblioteca Apostolica Vaticana – spiega il Maestro Panfili-. Non mi soffermerò su ogni singolo brano o autore, dal momento che ne darò ampia illustrazione durante il concerto. Mi limito a sottolineare che, all’infuori delle sonate di Sacchini e di Padre Davide, tutti gli altri brani sono stati espressamente concepiti per il servizio liturgico e ancora oggi mantengono inalterata la loro funzione, a prescindere dall’uso concertistico che se ne può fare. Sono pertanto musiche che aiutano i fedeli a comprendere, a meditare e a riflettere sul profondo significato di alcuni momenti liturgici. Essendo questo un concerto di Natale, ho creduto opportuno inserire brani che possano adeguatamente celebrare tale gioioso evento. Penso ai due Corali di apertura di Bach (bwv 699 e 661), invocanti la venuta del nostro Salvatore, e alle due Pastorali, una di Bach e l’altra di un anonimo romano, che ci riportano al mistero della natività del Signore, ma anche ai quattro pezzi del Grazioli, perfettamente adatti per brillantezza e cantabilità ad accompagnare un momento festoso come quello natalizio. Non mancherà infine, nella Sonata di Padre Davide, un tocco di giocondità mondana: reminiscenze operistiche ed echi, stili e forme del melodramma risuoneranno in un’apoteosi di suoni e di colori”.

BIOGRAFIA DEL MAESTRO ANDREA PANFILI
Il maestro Andrea Panfili è nato a Roma nel 1974, intraprende gli studi musicali all’età di dieci anni sotto la guida del M° Vittorio Venturi. Conseguita la Maturità Scientifica, l’anno successivo si diploma in Pianoforte presso il Conservatorio “A. Casella” de L’Aquila. In seguito, si perfeziona prima con il M° Sergio Cafaro e poi con il M° Carlo Bruno. Ha redatto note e programmi di sala per l’Istituzione Universitaria dei Concerti e per l’Associazione Roma Sinfonietta e ha stilato note musicologiche per tre cd editi dalla casa discografica “Bongiovanni”. Organista della chiesa del Gesù” (2005), “Johannes Conradus Werle, Germanus, Romae fecit” (2010), “Teresiae Christinae M. Borboniae Liberalitate Structum Anno MDCCCLXXX” (2011), è docente di ruolo nella scuola media, frequenta il Dottorato in Italianistica indirizzo Storia, Scienze e Tecniche della Musica presso L’Università di “Tor Vergata”, dove svolge un progetto di ricerca su Pietro Pantanella, figura di spicco dell’arte organaria del XIX secolo.

STORIA E CURIOSITA’ SULL’ORGANO DI S. MARIA MADDALENA
Lo strumento venne costruito per la somma di 250 scudi dall’organaro Angelo Gaetani di Affile (1711–1788) tra la fine del 1750 e gli inizi del 1751. Racchiuso in una sobria cassa in legno, ha un prospetto di 25 canne ripartite in tre campate nell’ordine di 9/7/9. Esso dispone di una tastiera di 45 note con prima ottava corta (estensione Do1–Do5) e pedaliera in sesta di 9 note, per un totale di 390 canne di cui 376 in metallo e 14 in legno. I registri, azionati da pomelli in ottone, sono i seguenti: Principale 8’, Ottava, XV, XIX, XXII, XXVI, XXIX, Voce umana, Flauto in ottava e Contrabbassi 8’ al pedale. Tra gli accessori vi sono: il Tiratutti, il Rollante e l’Usignolo. L’organo ha funzionato fino agli inizi del secolo scorso, dopodichè è stato abbandonato e depredato di buona parte delle canne interne per farne piombo da munizioni. Grazie alla volontà del parroco, don Davide Martinelli, e al contributo della CEI e della Diocesi di Palestrina, negli anni 2014-2016 lo strumento è stato restaurato e riportato al suo stato originario dall’organaro Claudio Pinchi di Foligno.

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